Associazione inversa tra il consumo di pesce in scatola e il rischio di tumore del colon-retto: analisi di due grandi studi caso-controllo

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Associazione inversa tra il consumo di pesce in scatola e il rischio di tumore del colon-retto: analisi di due grandi studi caso-controllo

Il pesce è tra gli alimenti che esercitano effetti protettivi sul rischio di insorgenza del tumore al colon-retto (CRC) e di altri tumori dell’apparato digerente, ma il possibile ruolo del pesce in scatola non è stato mai studiato in maniera specifica.

Risultati dello studio sull'associazione tra consumo di pesce in scatola e rischio di tumore al colon-retto

Si è voluto studiare il rapporto tra il consumo di pesce in scatola e il rischio di CRC. A questo fine sono stati analizzati i dati raccolti in due studi caso-controllo condotti tra il 1992 e il 2010 in diverse aree italiane, che hanno arruolato un totale di 2419 pazienti affetti da tumore del colon-retto e 4723 controlli arruolati nei medesimi ospedali e affetti da patologie non oncologiche e non correlate a condizioni dell’apparato digerente.

Il consumo di pesce in scatola sott’olio (principalmente tonno, sgombro e sardine) è stato analizzato in base alla sua frequenza settimanale di consumo e distinguendo tra non consumo o consumo occasionale (<1 porzione a settimana (s/p) - categoria di riferimento), almeno 1 porzione a settimana, e almeno 2 porzioni a settimana, con una porzione media corrispondente a circa 80gr di tonno/sgombro o 4 sardine.

Nell’analisi statistica si è tenuto conto oltre che dei fattori socio demografici, della familiarità e dei principali fattori prognostici legati allo stile di vita (attività fisica lavorativa, fumo e consumo di alcol) e legati all’alimentazione (consumo di frutta e verdura, e apporto calorico giornaliero). Si è osservato come il consumo di pesce in scatola sia inferiore tra i casi che tra i controlli (23,8% vs. 28,6%). È stata messa in evidenza un'associazione inversa tra il consumo di pesce in scatola e il rischio di insorgenza di CRC con una significativa relazione dose-risposta: la riduzione del rischio era di circa il 20%  per i consumi intermedi e di oltre il 30% per quelli più elevati.

Tale relazione si è confermata anche per i tumori del colon e quelli del retto separatamente, anche se con un diverso margine di precisione, ed inoltre si è mantenuta anche in sottopopolazioni omogenee (strati) rispetto ai principali fattori prognostici (sesso, età, livello di istruzione, fumo).

Questo studio è il primo a mettere in evidenza come il consumo di pesce in scatola sott’olio possa costituire – come già dimostrato per il pesce fresco - un componente di una dieta sana

Questi risultati hanno implicazioni potenzialmente molto rilevanti per la salute pubblica a causa di:

  1. elevata prevalenza, incidenza e mortalità del tumore al colon-retto in tutto il mondo
  2. notevole incremento del consumo del pesce in scatola negli ultimi anni, grazie al suo profilo nutrizionale, alla sua elevata praticità e alla sua accessibilità economica.

Inverse Association between Canned Fish Consumption and Colorectal Cancer Risk: Analysis of Two Large Case–Control Studies