Il consumo di cibo e lo stile di vita sono diventati di grande interesse negli ultimi anni in quanto decisivi nello sviluppo di diverse malattie, incluso il cancro.
Il metabolismo, infatti, oggi rappresenta una nuova caratteristica propria dei tumori e un possibile bersaglio per nuove strategie terapeutiche.
Seguire un particolare regime alimentare per diminuire l’apporto calorico o il noto digiuno ad intermittenza, in combinazione con diversi farmaci (antitumorali e/o farmaci che interferiscono con il metabolismo), sta diventando una strategia efficace per il trattamento del cancro.
Tra i vantaggi nell'utilizzare un intervento dietetico c'è la possibilità di ottenere un effetto sinergico con terapie farmacologiche standard, a costi contenuti, anche se la sua uniformazione potrebbe essere difficile e la sua efficacia limitata solo a particolari gruppi di pazienti.
Tuttavia, diversi lavori stanno dimostrando la fattibilità di questo approccio. I primi lavori ad evidenziare il legame tra metabolismo e cancro si basavano su studi epidemiologici condotti sul diabete di tipo II: donne con insulino-resistenza, curate cronicamente con metformina, avevano avuto un'incidenza moderatamente elevata di cancro al seno rispetto alle donne che non soffrivano di diabete.
Una promettente strategia antitumorale, che prevede la possibilità di sfruttare il metabolismo del tumore insieme ad un particolare regime alimentare, è stata studiata anche nel carcinoma ovarico.
Il carcinoma ovarico è il più letale tra le neoplasie ginecologiche. Anche se l'85% delle pazienti risponde alla terapia di prima linea a base di platino/taxolo, circa il 70% di loro recidiva entro 3 anni e la maggior parte con una malattia resistente al trattamento.
Recentemente nel Laboratorio di Farmacologia Molecolare dell’Istituto Mario Negri abbiamo isolato e caratterizzato più di 60 modelli di Xenotrapianti Derivati da Paziente (Patient’s Derived Xenografts, PDXs). Questi modelli sono stati fondamentali per studiare la resistenza alla terapia a base di platino, una situazione che rispecchia il decorso clinico. L'utilizzo di questi modelli animali è particolarmente utile poiché gli studi effettuati utilizzando linee cellulari non sono stati tradotti con successo in clinica.
I nostri studi suggeriscono che:
In questo progetto verranno studiati i meccanismi alla base del ripristino della situazione antecedente alla resistenza alla terapia. Inoltre, verrà approfondita la possibilità di sfruttare questo rimodellamento del metabolismo tumorale combinando trattamenti che interferiscono con il metabolismo cellulare (ad esempio un regime alimentare particolare come restrizione calorica e/o trattamento farmacologico) con la chemioterapia, allo scopo di annullare la resistenza o quantomeno di ritardarne l’insorgenza.
I risultati del progetto getteranno le basi per una rapida traduzione clinica dei nuovi approcci terapeutici attivi nella chemioterapia delle pazienti affette da cancro ovarico, sia in seguito al trattamento effettuato dopo l'atto terapeutico principale sia nel caso di manifestazione di recidiva resistente.
Bibliografia di riferimento:
Overcoming platinum-acquired resistance in ovarian cancer patient-derived xenografts
Francesca Ricci - Dipartimento di Oncologia - Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS
Raffaella Gatta - Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, IRCCS - Content manager