Negli ultimi settant’anni la produzione alimentare e le diete sono cambiate sostanzialmente a livello globale. L’aumento della resa agricola e il miglioramento delle pratiche di produzione hanno contribuito a riduzioni della fame, allungato l’aspettativa di vita, diminuito i tassi di mortalità neonatali e infantili, e ridotto la povertà globale. Questi miglioramenti delle condizioni sociosanitarie sono messi in pericolo da un cambiamento planetario verso diete poco salutari per il frequente consumo di alimenti ipercalorici, iperprocessati e di origine animale.
Tale cambiamento sta aumentando la prevalenza di malattie croniche tra cui l’obesità, a causa dell’elevata disponibilità di alimenti ipercalorici, ad alto contenuto di grassi saturi, sodio e zuccheri aggiunti a discapito di cibi più sani di origine vegetale e a bassa densità energetica.
Oltre all’impatto diretto sulla salute causato dai cibi che scegliamo di introdurre, le attuali tendenze dietetiche delle popolazioni hanno una pesante impronta ambientale per le emissioni di gas serra, l'ipersfruttamento delle risorse e l’inquinamento degli ecosistemi, configurando l’alimentazione come il principale fattore determinante la salute umana e planetaria.
La EAT-Lancet Commission ha presentato nel 2019 una dieta della salute planetaria, basata sull’assunzione di gruppi di alimenti in range determinati, con lo scopo di incentivare il consumo di alimenti salutari e sostenibili, riducendo quello di alimenti poco salutari e ad alto impatto ambientale. L’adozione di tale dieta su ampia scala porterebbe importanti vantaggi in termini di salute globale, facilitando allo stesso tempo le probabilità di raggiungimento dei Sustainable Development Goals (SDGs) elencati nell’Agenda 2030 dell’Organizzazione delle Nazioni Unite.
I regimi alimentari specifici della popolazione italiana verranno determinati tramite tecniche statistiche di derivazione guidate dai dati di consumo periodale.
Successivamente, i gruppi di alimenti caratterizzanti la maggior parte della variabilità del campione oggetto di studio, verranno valutati sulla base dello stato dell’arte in materia di epidemiologia nutrizionale e sostenibilità delle diete. Studiare la prevalenza e l’impatto delle diete salutari e sostenibili, nonché l’indagine dei determinanti di conoscenze e comportamenti virtuosi, consentirà di stimare i potenziali benefici per l’ambiente e per la salute umana, imprescindibili per il miglioramento di importanti interventi di promozione.
Obiettivo di lungo termine del progetto è costruire un indice che misuri il livello di aderenza a una dieta “ideale”, come quella creata dalla EAT-Lancet Commission.
Nicolò Scarsi, Angelo Maria Pezzullo, Cosimo Savoia, Gian Marco Raspolini - Università Cattolica del Sacro Cuore